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CSI: SPORT, VALORI, MODERNITÁ
04/04/2018

CSI: SPORT, VALORI, MODERNITÁ

Il nuovo presidente del CSI, Vittorio Bosio, ha dato il via ad una stagione di rinnovamento sostanziale dell’ente numero uno nazionale, senza perdere di vista i principi cardine attorno ai quali ruota il movimento sportivo nazionale nelle sue espressioni migliori.

Bergamasco, con trascorsi che lo legano al tennis, si distingue per la visione d’insieme dello sport accessibile a tutti indistintamente, coniugando i valori che hanno sempre caratterizzato il CSI con passaggi fondamentali per l’ammodernamento dell’Ente di Promozione Sportiva che oggi conta il maggior numero di tesserati in Italia e che sta allargando i propri orizzonti. Un processo evolutivo voluto da Vittorio Bosio, che ha scelto un team dirigenziale credibile e dove non c’è spazio per yes men, ma solo per competenze e condivisioni. In sintesi una Squadra guidata da un Presidente-Allenatore nel percorso da lui tracciato e volto a dare risposte precise a chi crede nello sport sia come modello educativo che come servizio sociale fondamentale per il sistema Italia. Le scelte, il pensiero e le idee di chi sta portando il CSI verso traguardi impensabili fino a pochi anni fa, in perfetta sintonia con l’avamposto del comparto sportivo, a dimostrazione di come alcuni Enti sappiano felicemente interpretare i cambiamenti fondamentali per la crescita di un settore, vero termometro dello stato di salute di una nazione.

Incipit-Vittorio-Bosio-Presidente-CSIQuando e perché ha deciso di mettersi in
gioco come guida del CSI?

 «Per alcuni anni ho svolto il ruolo di vicepresidente nazionale. In occasione dell’assemblea nazionale del 2016 ho ricevuto la richiesta, da parte di nume rosi dirigenti nazionali e locali, di offrire una disponibilità. Ho cercato in tutti i modi di anteporre il bene dell’associazione alle facili scelte, agevolando ogni forma di confronto e di dialogo. Siamo in un tempo in cui concetti come bene comune, progetto condiviso etc., vengono sacrificati sull’altare dell’individualismo. All’inizio del 2016, però, ho capito che occorreva metterci la faccia e riprendere un percorso di impegno nell’umiltà e nella concretezza, per promuovere davvero sport per tutti. E siamo così arrivati all’assemblea elettiva del 2016, in cui ho voluto rilanciare un programma fondato sul gusto di essere CSI».

Molti guardano alla nuova presidenza con grande fiducia, perché lei è interprete di un sano rinnovamento che passa attraverso scelte convincenti. Quali le più importanti che sta condividendo con il gruppo dirigente del CSI?

«I territori… Prima di tutto, attenzione alle diversità e alle esigenze specifiche. La promozione sportiva è un vestito cucito addosso, un lavoro artigianale, non un prodotto in serie. Solo con questa prospettiva è possibile educare attraverso lo sport, che è il fine del Centro Sportivo Italiano. La tutela dei dirigenti delle società sportive… Si tratta di un patrimonio immenso, spesso sottovalutato, e coloro che quotidianamente sui campi di gara, nelle palestre, negli impianti sportivi, offrono la propria passione educativa, vengono sovente dimenticati. Anzi: spesso sono vittime di norme imprecise, disomogenee e di difficile interpretazione. Da qui, una grande attenzione ai servizi: polizze assicurative pensate su misura e differenziate, servizi giuridici e fiscali gratuiti, formazione etc. I più giovani… Il servizio pastorale del CSI si realizza con la scelta, sempre nuova e innovativa, di essere al fianco dei più giovani e offrire loro esperienze sportive di qualità. Se il CSI riesce a garantire le proprie società sportive, queste possono accogliere tutti i ragazzi e le ragazze che possono crescere con lo sport. Le nuove dinamiche sportive... Lo sport è ormai genetico nella vita delle persostraordinariamente trasversale nelle politiche pubbliche e nelle dinamiche sociali private; ha tante potenzialità ancora inespresse, ma che, in una società fluida come la nostra, sono capaci di creare collante sociale, relazionale e valoriale».

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